TESTE MOZZE
TEATRO DI VILLA LAZZARONI ROMA (RM)
16-02-2025 ore 17:30
Segui la normale procedura di acquisto avendo cura di ordinare un solo biglietto e completa l'ordine selezionando tra i sistemi di pagamento "paga con 18App" oppure "Paga con carta del docente" oppure "Carte Cultura".
Riceverai una mail con i dati per generare il codice di pagamento da inviare a i-Ticket per completare l'ordine.
HELP DESK ITICKET 0863 25842info@i-ticket.it
Nuovo appuntamento con la Rassegna Il Teatro di Ulderico Pesce a Roma domenica 16 febbraio alle ore 17.30 con TESTE MOZZE, reading con musica e canti popolari della Basilicata e del Cilento con Ulderico Pesce, Gilda Ciao, Franco Maldonato, Stefano De Meo, Luciano Orologi. Il testo narra i moti insurrezionali del 1848 contro la monarchia Borbone, e la storia d’amore tra Costabile Carducci, che ebbe un ruolo di primo piano nella rivolta, e Vittoria Del Re. Il racconto è ambientato prevalentemente nel Cilento, e in una parte della Basilicata e della Calabria e parte dalla distruzione, avvenuta nel 1828, da parte dell’esercito borbonico, di Bosco, un paesino del Cilento che aveva osato ribellarsi alla monarchia. L’incendio e il massacro di cittadini inermi fu un prezioso seme che portò alla rivolta del 1848 che avrà un leader carismatico come Costabile Carducci. Lo spettacolo narra lo sviluppo della storia d’amore di Costabile e Vittoria del Re, il suo rapporto con le figlie, e la crescita della sua passione politica. Convinto sostenitore della monarchia parlamentare, inizia a denunciare i metodi violenti con cui il Borbone punisce gli oppositori politici, fino a diventare il leader della rivolta che porterà alla concessione della Costituzione da parte del re. Quando il Borbone, qualche mese dopo, ritirerà la Costituzione, sarà proprio Carducci a riunire i rivoltosi Siciliani, Calabresi, Lucani e Cilentani per tentare una nuova rivolta contro il re. Compresa la pericolosità di Carducci, un prete di Sapri, Peluso, uomo di fiducia del re Borbone, riuscirà a tendere una trappola al ribelle e a farlo uccidere. I Peluso fa tagliare la testa al ribelle e, dopo averla fatta mettere in un vaso sotto sale, la fa portare al re Ferdinando a Napoli che si dispone non solo a coprire le responsabilità penali del prete, ma anche a una feroce rappresaglia nei confronti dei giudici che avevano iniziato a indagare con una inchiesta a tutto campo sulle ragioni dell'eliminazione di Carducci, destituendoli dalle funzioni e poi incarcerandoli.
La notizia del terribile assassinio arriva nel Parlamento inglese e, successivamente, in tutta Europa. La critica ai metodi violenti e disumani adoperati dalla monarchia napoletana viene condivisa dalla maggior parte delle monarchie europee che chiedono in maniera ufficiale, l'adozione di sistemi rispettosi della dignità umana.